Paesaggio sottomarino

I fondali marini sono invisibili: ne abbiamo conoscenza indiretta da strumenti geofisici e da poche e localizzate immersioni di sommozzatori, sommergibili o strumenti manovrati (ROV).

Gli spazi sottomarini, immensi e bui, sono modellati da correnti e altri eventi dinamici come frane, eruzioni vulcaniche, tettonica, esattamente come la terra emersa che abbiamo continuamente sotto i nostri occhi.

Canyon Monterey e Gran Canyon

 

Le nuove tecniche di misura della profondità (rilievi batimetrici) offrono dettagli senza precedenti e consentono di ricostruire il paesaggio sottomarino con risoluzioni in alcuni casi decimetriche.

Si tratta però di una conoscenza indiretta, come quella che i satelliti offrono della superficie di Marte. Ad esempio, un canyon sottomarino come quello di Monterey nell’Oceano Pacifico non è diverso per estensione e dimensioni dal Gran Canyon del Colorado; del primo non possiamo però avere esperienza diretta: non è cioè un paesaggio che possiamo percorrere, fotografare o usare come sfondo in un selfie.

Solo in pochissimi punti i batiscafi o le telecamere subacquee ci offrono qualche immagine diretta dei suoi fondali. È come se si dovesse documentare il Gran Canyon del Colorado durante un lungo “trekking”, avendo soltanto un paio di foto a disposizione.